Cosa succede quando fai una ricerca su Google?
In che modo il motore di ricerca analizza e organizza le informazioni che trova in Internet per fornire i risultati più pertinenti?
Cercare di rispondere a queste domande è fondamentale per poter fare un buon lavoro SEO, ottimizzazione per i motori di ricerca, perchè è importante conoscere i meccanismi che stanno alla base del funzionamento di Google e capire che le chiavi di ricerca non vengono trattate tutte allo stesso modo, e che per ciascuna serve una strategia diversa e che basarsi solo su un buon testo non basta più per essere posizionati bene.
INDICE DEI CONTENUTI
Il lavoro che fa Google oggi si basa sulla categorizzazione. Tutto viene catalogato e inserito in categorie per restituire una risposta completa alle nostre richieste, cercando di capire anche il nostro intento, quindi si comporta in modo diverso per le seguenti tipologie di ricerca:
- le visit in person (soprattutto per ricerche da mobile) quando cerchiamo qualcosa che ha una sede fisica
- le web site query quando quello che cerchiamo sono risorse a cui corrisponde un indirizzo web
- le do query quando abbiamo intenzione di fare qualcosa come un acquisto, una transazione. E’ il caso di prodotti e servizi
- le know query quando cerchiamo informazioni su qualcosa o qualcuno, e ci restituisce quelle che vengono chiamate “entità”
– Search Intent e Keyword Suggest
Google vuole capire l’intento della nostra ricerca per fornirci i risultati che meglio rispondono alle nostre esigenze. Per poterlo fare ci categorizza per personalizzazione, attraverso la memorizzazione delle ricerche che abbiamo effettuato in precedenza, e per pertinenza attraverso la geolocalizzazione del luogo da cui viene effettuata la ricerca. Inoltre, tiene conto di quello che altre persone hanno cercato partendo dal nostro stesso termine di ricerca. Naturalmente tutto questo funziona al meglio quando sia loggati nel browser con il nostro account Google.
Così, quando inseriamo una query di ricerca, Google ci propone il Keyword Suggest, ovvero ci mostra dei suggerimenti per chiavi di ricerca affini e correlate alla nostra, in modo da fornire più possibile una risposta specifica a una richiesta specifica. Questo lo possiamo notare in particolare quando facciamo una ricerca utilizzando solo la keyword principale, come nell’esempio qui sotto.
Google dice “ehi! Sardegna è troppo generico come termine e non riesco a capire il tuo intento di ricerca. Prova a vedere se, tra quello che di solito cercano gli altri, c’è quello che ti interessa sapere. Così potrò restituirti dei risultati più pertinenti”
Stai cercando informazioni sulle provincie della Sardegna, sulla regione, sulle città? Oppure ti interessano informazioni turistiche, le spiagge o una cartina?
Sì, mi interessa il turismo.
“Allora ti propongo alcuni topic che potrebbero interessarti. Se cerchi altro, penso avrai capito che è meglio aggiungere un’altra keyword più specifica, così potrò fornirti dei risultati che potranno soddisfare il tuo intento di ricerca “
E’ in questo modo che si generano le keyword a coda lunga, ovvero composte da più parole per rendere più specifica la richiesta.
Quando ottimizziamo un sito per la SEO, spesso è molto più efficace lavorare sulle keyword a coda lunga, in termini di conversione, perchè in questo modo avremo sì un numero più ristretto di ricerche, ma allo stesso tempo avremo utenti realmente interessati al nostro contenuto e quindi maggiori possibilità di essere presenti nelle prime posizioni e ricevere più click sul nostro link.
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– Google Universal Search
E’ il nuovo modello del motore di ricerca.
Se in precedenza Google restituiva nella prima pagina dei risultati solo contenuti testuali (pagine web e documenti), mentre immagini e video erano proposti in una ricerca separata, oggi tra i primi risultati di ricerca troviamo diverse tipologie di informazioni, non solo testuali ma anche immagini, video, mappe, libri, prodotti, notizie.
Questo accade soprattutto quando facciamo delle ricerche molto generiche, partendo da una sola keyword. Ad esempio, sempre quando cerchiamo “Sardegna”, non diamo a Google abbastanza elementi per capire che cosa realmente stiamo cercando. Quindi, oltre al Keyword Suggest, che abbiamo visto prima, ci propone una pagina che include tutto il materiale che ha trovato sull’argomento Sardegna.
Per quanto riguarda le destinazioni di viaggio, Google ha anche creato delle guide turistiche raggruppando informazioni, itinerari, destinazioni e anche voli e Hotel.
Per la SEO questo può essere un aspetto penalizzante, perchè lo spazio riservato alle pagine web si riduce da 10 a 8, 7 o anche meno, dipende dalle altre risorse disponibili sul tema. Allo stesso tempo, però, si aprono nuove possibilità per cercare di posizionarsi sfruttando altri canali multimediali, come le immagini e i video.
Dato che i risultati su Google non compaiono per magia, ma perchè dietro ci sono persone che lavorano a questo scopo, per far comparire questo tipo di contenuti in evidenza, occorre ottimizzare anche le risorse media di un sito.
– SEO per i media
Vediamo quali sono i principali elementi sui quali lavorare per ciascuna risorsa.
Immagini
Inserire parole chiave pertinenti nel nome del file e nel tag Title. Aggiungere una descrizione del contenuto dell’immagine all’interno del tag “alt”, utile per l’accessibilità ai non vedenti e l’usabilità nel caso in cui l’immagine non si veda.
Video
Ottimizzazione per titolo, descrizione. Sono importanti le interazioni (link, embed), ma uno dei fattori più determinanti è il tempo di visione, quindi dobbiamo creare dei video accattivanti che invoglino l’utente a guardarli fino alla fine.
Maps
E’ necessario avere una scheda Google My Business con recensioni, una geolocalizzazione uguale tra il sito e la scheda Google, link verso la scheda. Incide anche la diffusione del brand nei siti di settore.
News
In questo caso bisogna lavorare sull’autorevolezza del dominio nella propria categoria, oltre all’ottimizzazione dei contenuti, all’originalità, conta la “freschezza” della notizia perchè Google elimina i contenuti vecchi, non più attuali. Incidono le citazioni e la condivisione della notizia sui Social Media.
– Il lavoro dei Quality Rater
Le risorse del web vengono scansionate, registrate e catalogate dai software di Google (spider, robots…) secondo le impostazioni dei suoi algoritmi, ma vengono anche valutate dai “quality rater” che ne stabiliscono appunto la qualità sulla base dell’argomento trattato, considerato che, come abbiamo visto, le ricerche non vengono più considerate solo per la parola inserita ma per l’argomento correlato a questa parola.
I quality rates sono di fatto delle persone che devono seguire delle specifiche linee guida dettate da Google per affiancare il lavoro degli algoritmi e assicurarsi che i siti rispondano agli standard di qualità richiesti.
– La mia conclusione
Oggi per fare SEO tutto serve, tutto è importante (contenuti, popolarità, keywords, immagini, video…), ma non è facile sapere a priori come Google andrà a valutare il nostro sito. E’ un lavoro di continua ricerca e sperimentazione. Solo una cosa è certa… la qualità ripaga sempre! Ottimizzare per l’utente e non per il risultato.