La ricerca semantica (Semantic Search)
In questo caso la definizione “semantica” si riferisce sia a questioni linguistiche che ai dati strutturati, ma principalmente ha a che vedere con i quattro vettori, le 4 V, che guidano i Big Data sul Web: Volume, Velocity, Variety, Veracity.
Per capire meglio il concetto, è utile partire da quando si è iniziato a parlare per a prima volta di Semantic Search, ovvero al 30 Agosto del 2013 quando Google rilasciò l’algoritmo chiamato Hummingbird.
Hummingbird
In italiano Colibrì è il nome dell’algoritmo di Google che rappresenta la più grande modifica apportata alla piattaforma negli ultimi anni.
Hummingbird infatti è stato progettato per permettere al motore di Google di elaborare ricerche basate su richieste complesse, come frasi composte o domande, e lo fa cercando di interpretare il significato di un’intera frase, appunto, piuttosto che cercare singole parole chiave.
Vediamo in cosa consiste il cambiamento.
La qualità dei contenuti è sempre stato un aspetto importante nella valutazione di un sito, ma con questo aggiornamento Google si è voluto impegnare ad assecondare il modo in cui sta cambiando la ricerca su Internet da parte degli utenti. E con il dato di fatto che le ricerche da mobile stanno superando quelle da desktop, è facile intuire che Google intende favorire gli utenti che usano Internet in mobilità, facendo in modo che il motore di ricerca sia in grado di comprendere anche le interrogazioni vocali con frasi lunghe. Infatti, quando usiamo la voce siamo portati a formulare frasi anzichè utilizzare singole parole chiave. Proprio perchè la ricerca semantica riguarda connessioni relazionali e contenuti contestuali, per gestire bene le query vocali Google deve poter comprendere l’intento ed il contesto.
Hummingbird, che Google dice di aver chiamato così per la sua precisione e velocità, è in grado di fare una serie di cose che nessun altro algoritmo ha mai saputo fare prima:
- prende in considerazione l’intera query di ricerca, ogni singola parola e non soltanto le keywords
- tiene conto di chi sta effettuando la ricerca basandosi sulla cronologia passata e sugli schemi di ricerca
- si basa sul modo in cui viene effettuata la ricerca: tipo di dispositivo, ora del giorno, luogo
Per i progettisti è importante capire che Google potrebbe presto favorire gli utenti mobili rispetto a quelli desktop e che si sta impegnando a fornire un’esperienza di ricerca più completa e di qualità.
Infatti, un ulteriore segnale del cambiamento in atto può essere dato dall’espansione della nuova funzione di ricerca knowledge graph: un grafico (o grafo) che, partendo da una chiave di ricerca, mette in relazione gli elementi del mondo reale collegati ad essa, e tra di loro, per avere subito una panoramica di tutti gli approfondimenti disponibili.
Con queste premesse, che cosa dovrà cambiare nel nostro modo di progettare un sito web di successo nel prossimo futuro?
Sarà sicuramente fondamentale dotarlo di una struttura responsive, che si adatta alla visualizzazione da dispositivi mobili, e pagine ricche di testo (almeno 200 parole) per favorire la conversational search e la funzione knowledge graph.
Non andranno tuttavia trascurati gli aspetti validi da sempre:
- design accattivante
- caricamento veloce
- navigazione intuitiva
- contenuti originali e di qualità, raggiungibili con non più di 3 click dalla home page
- aggiornamenti frequenti
- un buon equilibrio tra parti grafiche, immagini e testi
- tag ottimizzati per le parole chiave più importanti
- numerosi link rilevanti sia in entrata che in uscita